Purvottanasana, in sanscrito पूर्वोत्तानासन, è un asana (posizione) d’eccellenza per rafforzare i muscoli della parte posteriore del corpo: caviglie, polpacci, cosce, glutei e schiena si attivano mediante una contrazione concentrica e quindi un “accorciamento” di tutta la catena cinetica posteriore.
Il termine purva, in sanscrito पूर्व, ha il significato di “est”, come punto cardinale ma anche il luogo dove nasce il Sole, che dà inizio ad un Nuovo Giorno e – per traslato – anche la parte anteriore del corpo, quella che guarda avanti; ut (उत्) significa “intenso”, tan (तन्) “allungamento” e asana (अशन), ormai lo sappiamo, significa “posizione”.
Purvottanasana è la posizione che rappresenta un inizio, un nuovo, una partenza, una proiezione in avanti.
Stiamo parlando di un asana piuttosto complesso e impegnativo, che fa parte della serie di posture sedute (upavistha sthiti) della sequenza di Power Yoga, presente già nella sequenza del primo livello.
Viene eseguita dopo Paschimottanasana, allo scopo di alleviare la fatica del corpo dopo gli allungamenti in avanti, e prima di Janu Sirsasana per cui diventa preparatoria, regalandoci una maggiore flessibilità nell’allungare la parte posteriore del corpo.
Come si esegue Purvottanasana
Come sempre prima di praticare è bene assicurarsi di aver completato la digestione; in particolar modo questa regola va osservata con attenzione prima di eseguire Purvottanasana.
Parti da Dandasana, appoggia le mani al tappetino dietro al bacino con le dita rivolte in direzione dei piedi. Inspirando, inclina la testa indietro, apri bene il petto e spingi il bacino in alto.
Tendi bene le gambe e – se riesci – appoggia le piante dei piedi al pavimento e spingi con esse verso il basso. Mantieni le gambe allineate, non extra-ruotare le cosce.
Mantieni le braccia distese e fà attenzione che i polsi siano allineati con le spalle, cosicché le braccia siano perpendicolari al pavimento. Se i polsi sono troppo vicino al bacino avrai la sensazione di essere tirato indietro e mancherai d’equilibrio. Viceversa, i polsi troppo lontani dal bacino costringeranno le tue spalle ad uno sforzo eccessivo. Per evitare tensione alle vertebre cervicali, specie se hai subito un trauma, puoi appoggiare la testa su un supporto, ad esempio una sedia.
Rimani in postura per 5 respiri profondi, cercando di mantenere la respirazione ujjayi e ben attivi mula bandha e uddyana bandha.
Esci dall’asana lasciando scendere lentamente il bacino fino ad appoggiarlo al pavimento e torna in Dandasana.
Se sei sufficientemente allenato puoi ripetere la posizione altre 2-3 volte. Puoi stabilire il tuo grado di preparazione ascoltando il tuo respiro: se diventa affannoso, se non riesci a mantenere la respirazione ujjayi in modo lento e costante vuol dire che hai bisogno di approfondire la pratica di Purvottanasana. Esci dalla posizione e finisci la tua pratica. Potrai ripetere purvottanasana un altro giorno finchè riuscirai a padroneggiare la postura e il respiro.

Purvottanasana facilitato per principianti
Come abbiamo detto, Purvottanasana è una posizione complessa e intensa. Se la stai eseguendo per le prime volte, ti consigliamo due diversi approcci graduali.
- da Dandasana porta le mani dietro il bacino ed entra nell’asana piegando le ginocchia e avvicinando i piedi vicino al bacino, quindi solleva quest’ultimo. Le tibie si troveranno in posizione verticale e solleciterai con minore intensità la muscolatura della schiena.
- se sei particolarmente stanco: da Dandasana porta le mani dietro il bacino e, mantenendo quest’ultimo a terra, solleva solo il petto portando la testa indietro, senza comprimere le vertebre del collo.
A mano a mano che eseguirai questa postura, diventerai più forte fisicamente e più equilibrato energeticamente: con il tempo riuscirai a completarla e a ripeterla più volte.
Purvottanasana e i chakra
Secondo la filosofia e la medicina orientale, oltre al nostro corpo fisico e visibile, abbiamo anche un corpo energetico, invisibile, fatto di prana (inteso come respiro) che regola le nostre attività intellettuali e spirituali. Il prana fluisce nel nostro corpo attraverso speciali e numerosissimi canali (sono più 72.000) che prendono il nome di nadi.
Tre nadi sono i più importanti: di questi, il principale inizia il suo percorso alla base della colonna vertebrale terminandolo sulla sommità del capo. Le altre due importanti nadi iniziano sempre alla base delle spina dorsale e compiono dei percorsi a spirale incrociandosi e creando dei vortici, delle ruote di energia chiamate chakra, numerosissimi nel corpo.
La tradizione ne distingue sette per importanza, disposti in linea retta lungo la colonna vertebrale.
Ogni asana va a risvegliare questi chakra, dalla base verso l’alto, diffondendo energia e riequilibrando lo stato fisico, mentale, spirituale. Ogni chakra ha funzioni diverse, rappresenta parti del corpo diverse, è legato ad una delle 7 ghiandole a secrezione interna del sistema endocrino ed è legato a un diverso organo di senso. Inoltre ciascun chakra è contraddistinto da un proprio simbolo ed è associato ad un colore, un suono (mantra) e una pietra.
Purvottanasana attiva il terzo chakra (manipura = gioiello luminoso) o chakra del plesso solare, la regione del corpo dove è situato, sul diaframma poco sopra l’ombelico. È rappresentato dal colore giallo (come il Sole), è emblema dell’elemento fuoco (come la stella che lo rappresenta), è legato alla ghiandola del pancreas, e il suo organo sensoriale è la vista. Il suo suono è il mantra RAM, il simbolo geometrico è il triangolo equilatero, mentre l’ariete ne è l’animale simbolico.
Riequilibrare il corpo con Purvottanasana
Secondo la medicina orientale, quando il chakra manipura non è in equilibrio, possono sopravvenire disturbi fisici come malattie del fegato, disturbi allo stomaco, milza e cistifellea, lombalgia, malattie nervose, diabete, sovrappeso, artrite. A livello interiore si manifestano insensibilità, sentimentalismo, autocommiserazione, aggressività e sete di potere. A livello psichico lo squilibrio del terzo chakra porta disturbi del sonno, paura, ira, insicurezza.
Viceversa, il buon funzionamento di manipura produce in ognuno di noi autoconsapevolezza ed energia, pazienza, tenacia, comprensione verso il prossimo.
Secondo la tradizione, eseguire Purvottanasana mentre si ripete mentalmente il mantra RAM e si diffondono nell’ambiente gli oli essenziali di lavanda, mirra e camomilla serve a potenziare l’effetto benefico dell’asana ed aiutarti a compiere quei passi decisivi che ti portano oltre la comfort-zone per esplorare nuovi territori.